In un tempo in cui tanti di noi lavorano in mobilità, ma vogliono comunque l’efficienza di un’esperienza d’ufficio, è necessario fare delle scelte intelligenti. Bisogna, in altri termini, coniugare la leggerezza e la portabilità con l’efficienza e l’intuitività.
Per chi, come me, ha bisogno di scrivere
tanto in giro, magari approfittando dello smartphone, del tablet o dell’iPad,
ci sono sul mercato tante tastiere bluetooth universali che permettono di
scrivere molto più velocemente e con un numero sensibilmente minore di errori.
La vasta scelta potrebbe creare non poca confusione, quindi andiamo un po’ per
esclusione.
Premettendo che parlo per esperienza e
preferenza personali, vi dico che mi è stato facile eliminare dal mio campo d’interesse
tutte le tastiere “mini” o “micro”. Il motivo? – Semplice: hanno in tasti
troppo piccoli e non di rado, devi fare combinazioni abbastanza ingombranti per
inserire alcune lettere (soprattutto le lettere accentate).
Rimaniamo allora con le tastiere più o
meno formato standard. Anche qui la scelta è vasta. Gli esperti di tastiere mi
perdonino, ma vorrei classificarle grossomodo in 3 categorie: tastiere morbide,
tastiere pieghevoli e tastiere leggere.
Morbide
Le tastiere morbide sono di quella
tipologia che puoi anche arrotolarle. Sono fatte in silicone in genere. A
seconda della tipologia il tocco dei tasti può essere più o meno gradevole. Non
sono male… ma personalmente non ho tenuto la tastiera che avevo comprato.
Dato che il feedback dei tasti era poco
intuitivo, facevo tanti errori di battitura… ma non è alla fin fine un’opzione
da scartare a priori, soprattutto dato che sono le tastiere che in genere
costano di meno (si trovano anche a 10 €).
Pieghevoli
La seconda categoria sono quelle pieghevoli. Si distinguono dalla prima categoria descritta per il fatto che sono rigide, e in genere composte da due barre attaccate con una “cerniera”. Sono le più belle esteticamente. E – vale la pena dirlo – sono quelle che fanno più scena, dandoti l’aria dello Hi-tech. Anche qui, le tipologie sono tantissime e non si può essere generici.
A che cosa bisogna badare nell’esaminare
queste tastiere? Direi a tre fattori:
1- La disposizione dei tasti (e in
contemporanea la loro completezza o meno). Ad alcune, infatti, mancano i tasti
numerici superiori diretti. Ai numeri arrivi premendo “fn”. Per me, non ha mai
costituito un problema, dato che uso poco i numeri durante la scrittura. Ma se
sei uno che ha bisogno dei numeri, controlla bene!!
2- L’effettiva grandezza dei tasti.
Alcune di queste tastiere (come avremo modo di vedere in alcune future recensioni)
sono esteticamente dei gioielli. Ma i tasti sono ridicolmente piccoli e troppo
attaccati. Premetto che ho le dita fini, eppure, con alcuni modelli mi sono
trovato molto male.
3- Lo spazio occupato dalla famosa
cerniera. Ebbene sì. Alcune tastiere sono più intelligenti di altre in questo,
in quanto lo spazio necessario occupato (o meglio, sprecato) dalla cerniera è
ottimizzato e minimale, mentre in altre questo spazio è grande e crea di
conseguenza un formato un po’ amorfo della disposizione della tastiera.
Le “Leggere”
Infine, c’è la categoria della tastiere “piene”
ma portatili sia per la leggerezza sia per la compattezza. Spesso, nel caso di
queste tastiere ci troviamo davanti a vere e proprie tastiere complete. A che
cosa bisogna badare in questo caso? Direi a due fattori:
1- Come nel caso precedente, alla
effettiva disposizione e completezza dei tasti, in quanto alcuni modelli
sacrificano la completezza a favore della compattezza.
2- Alla “portabilità” della tastiera.
Dato che non è pieghevole, la tastiera può essere più ingombrante rispetto alla
pieghevole. Sono da preferire quelle che hanno una specie di custodia per
proteggere i tasti durante gli spostamenti.
La prossima tastiera che recensiremo è
una pieghevole della marca Freedom. Rimanete con noi. A presto
Photo: Creative Commons: Bruce Walker - Flickr
Photo: Creative Commons: Bruce Walker - Flickr
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